L'AGIRE PEDAGOGICO

on martedì 9 dicembre 2008

Come ormai sappiamo, "agire" nella relazione educativa è fondamentale poichè è necessario intervenire sulla creatura affinchè possa trovare posto nel mondo o, in altrti casi, sollecitarne il suo re-inserimento.
Per questo motivo "l'agire pedagogico" è considerato una competenza che l'educatore deve necessariamente possedere per condurre al successo la propria impresa educativa ed evitando il fallimento: esso si traduce come la capacità di mettere insieme criticamente livelli di analisi complessi delle proprie conoscenze e processi differenziati che riguardano il processo dell'educazione e la presa in considerazione del destinatario.
L'agire pedagogico non si basa su parametri fissi e inequivocabili, ma sull'incertezza e sul rischio tipici del contesto educativo; mette in primo piano le qualità dell' educatore capace di operare come professionista in determinati contesti socio-educativi; è centrata sulla dimensione progettuale della costruzione o trasformazione identitaria; si costruisce e si misura in base all'educabilità possibile e infine connota questo tipo di professione in una ricerca quindi crescita continua.

LA COMPETENZA DELL'EDUCATORE

on martedì 2 dicembre 2008

Con il termine "competenza"non si intende un sapere illimitato in un preciso settore, ma possederne una certa dominanza/padronanza, in altre parole essa riguarda il "modo" e la "qualità" della prestazione nell'ambito educativo.
La si può riassumere semplicemente come l"esser capaci di" e si costruisce intorno al principio di "educabilità"(il passaggio da/a che ho già trattato in uno dei primi post), che non segue quindi una logica prefissata e preordinata e non fornisce ricette pronte all'uso, ma tenta di trovare soluzioni con i destinatari nel corso dell'azione educativa.
La competenza si definisce in base al "principio della relazione"come condizione necessaria per lo sviluppo dell'autonomia del soggetto, del suo apprendimento e del suo cambiamento. Essa non può essere tradotta come un'imposizione di potere, di saperi e volontà, ma si traduce come un contributo/sostegno alla costruzione dell'identità della creatura.
Può essere vista anche come un "progetto" che proietta nel futuro la creatura verso la dimensione sociale.

LA PEDAGOGIA:IL PILASTRO DELL'EDUCAZIONE

on martedì 25 novembre 2008

Abbiamo visto che l'educazione è una faccenda complessa, perciò dove si possono trovare dei principii, dei concetti che aiutino la comprensione di questa parola?
La "pedagogia"(l'arte di guidare il fanciullo)è la risposta a questa domanda e si definisce come scienza a partire dalla fine degli anni '70 con la nascita delle "Scienze dell'Educazione".
Questa disciplina si pone come obiettivo educare l'altro, è "progetto" che mette in primo piano l'incontro, la libertà, l'autonomia, la crescita dell'essere umano ed è un insieme coerente di orientamenti non definiti e definitivi ma flessibili, che interagiscono con la complessità della creatura; essa è un evento che interviene sui processi di crescita personale, ovvero il passaggio dall"essere" al "poter/dover essere".
Perciò la pedagogia (e quindi l'educatore) ha bisogno di diversi punti di vista nell'agire educativo: il contributo di altre scienze come ad esempio la psicologia, la storia, la medicina,ecc. e,successivamente, l'abilità di saperle sintetizzare e renderle coerenti e aderenti all'imprevedibilità della situazione.

I SEI AVVERTIMENTI

on mercoledì 19 novembre 2008

Buongiorno a tutti, oggi voglio parlare di alcuni punti-chiave da tenere presente quando si vuole "educare" una creatura, trattati da Meirieu nel suo libro "Frankeinstein Educatore".
Sono 6 avvertimenti (apparentemente semplici) che lui ritiene fondamentali per compiere una "rivoluzione",cioè un grande cambiamento, in campo educativo per evitare la famosa "fabbricazione dell'altro".
  1. Bisogna accettare che la nascita non è un prolungamento di noi stessi, ma a sè stante e per questo ogni occasione educativa è un modo per rinnovare i miei orizzonti;
  2. La "normalità" in educazione è che l'altro resiste, si sottrae o si ribella, perchè la creatura è un soggetto che "si costruisce", che ci sfida e ci mette alla prova;
  3. "Insegnare" significa esporre in maniera ordinata delle conoscenze, invece "apprendere" significa cogliere delle informazioni, collegare e immaginare e avere sempre uno scopo da perseguire;
  4. E' importante ricordare che solo il soggetto può decidere di apprendere perchè è un'azione che richiede degli sforzi, del coraggio nel buttarsi in esperienze nuove e diverse;
  5. L' educazione deve creare degli "spazi di sicurezza" in cui la creatura si senta libera di scegliere se seguire la via dell'apprendimento come compagno di scoperte, come processo che permette di abitare il mondo;
  6. L'educazione deve creare l' autonomia del soggetto, poichè non è innata ma deve essere sviluppata con l'aiuto dell'educatore.

Educare e non Fabbricare

on martedì 11 novembre 2008

Oggi è sempre più difficile educare i bambini poichè i tempi cambiano e le loro esigenze sono sempre più complesse....Quindi qual'è la "retta via" per aiutarli a crescere, guidarli nella conoscenza del mondo(che un giorno sarà anche il loro!) rendendoli autonomi di scegliere senza più il bisogno di un "adulto" accanto a loro?
Ovviamente non ho una risposta certa e inconfutabile, tuttavia vorrei esprimere la mia modesta opinione maturata attraverso gli studi pedagogici: l'educatore(genitore, insegnante,amico...)non può e non deve "fabbricare" l'altro, costringerlo cioè a diventare come il suo educatore vuole, senza permettergli così di "essere sè stesso" ed "esistere" come una persona libera di scegliere.
E' proprio questo che Philippe Meirieu ci insegna nel suo libro "Frankenstein Educatore" ( vi consiglio di leggerlo perchè è un libro favoloso!): assemblare dei pezzi e dar vita ad una creatura privandola dell'amore e della cura che ha bisogno, porta inevitabilmente alla ribellione e all'odio.
Io educatore, per primo devo essere consapevole che il mio utente è "diverso" da me e quindi devo limitarmi ad "accompagnarlo" nel mondo, facendo tutto il possibile perchè si senta amato e protetto. Così un giorno la mia presenza sarà inutile, mi annullerò piano piano e la creatura sarà in grado di "camminare " da sola.
Grazie per la vostra attenzione!